Per la Scuola fuori dai banchi: Riflessioni su Omofobia e Bullismo con ‘Stranizza d’amuri’.
Nella vibrante atmosfera del Città Incantata Film Festival, oggi gli occhi e i cuori dei ragazzi del Rea sono stati catturati dalla visione di “Stranizza d’amuri”, un film che non solo racconta una storia di amicizia e amore, ma solleva anche importanti riflessioni su temi come l’omofobia e il bullismo.
Diretto dal talentuoso Giuseppe Fiorello, al suo esordio dietro la macchina da presa, “Stranizza d’amuri” è un’opera che attinge a un doloroso fatto di cronaca degli anni ’80, il delitto di Giarre.
Ambientato nella calda estate siciliana del 1982, il film segue le vicende di Gianni, un giovane gay tormentato dal bullismo dei suoi coetanei e supportato solo dalla sua amorevole madre, Lina.
La vita di Gianni prende una svolta quando incontra casualmente Nino, un sedicenne con il quale sviluppa un’amicizia profonda, ma segreta, trasformata presto in un amore impossibile, ostacolato dai pregiudizi dell’epoca e della società in cui vivono.
I nostri ragazzi sono rimasti profondamente colpiti da questa storia toccante, che trascende il tempo e lo spazio, affrontando temi universali come l’accettazione di sé e degli altri, la discriminazione e il coraggio di essere se stessi nonostante le avversità.
Il titolo stesso del film, omaggio alla canzone di Franco Battiato, evoca un sentimento di amore struggente e impossibile, che si riflette perfettamente nelle vite dei protagonisti.
Ma “Stranizza d’amuri” è molto più di una semplice narrazione cinematografica. È un tributo alle vittime del delitto di Giarre, una dolorosa pagina di storia che non deve essere dimenticata.
Attraverso le splendide location della Sicilia orientale e le interpretazioni intense degli attori, il film trasporta gli spettatori in un viaggio emotivo che li lascia con una profonda consapevolezza delle ingiustizie e delle sfide che ancora affrontiamo nella lotta contro l’omofobia e il bullismo.
Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro brillano nei ruoli dei due giovani protagonisti, portando sullo schermo una gamma completa di emozioni e vulnerabilità. Ma è anche il sostegno delle loro madri, interpretate con forza da Fabrizia Sacchi e Simona Malato, a dare al film una dimensione umana e commovente, mostrando la lotta di genitori amorevoli che cercano di proteggere i loro figli in un mondo spietato.
Mentre i nostri ragazzi lasciano il teatro, portano con sé non solo la bellezza e la poesia di “Stranizza d’amuri”, ma anche una consapevolezza rinnovata della necessità di combattere l’omofobia e il bullismo nelle nostre comunità. Attraverso il potere del cinema, siamo tutti chiamati a riflettere sulle nostre azioni e a lavorare insieme per creare un mondo più inclusivo e compassionevole per le generazioni future.
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